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L’abito fa il monaco

Riflessioni sull’apparenza nella vita e nel lavoro. Perché c’è molto più di quanto crediate (e molto più di quanto io creda).

Premessa: non ho mai scritto un articolo sul tema recruiting e comportamento (nella vita come nel lavoro). La mia esperienza è ancora acerba e riconosco di essere ancora in stato embrionale. Ma ci provo lo stesso, perché se non ti esponi non puoi migliorare, né te stesso né gli altri.

Smontiamo una volta per tutte il falso mito de “l’abito non fa il monaco”.

Voi pensate che sia vero.

Ma ragionate un attimo: nessuno vi costringe, siete voi e solo voi che scegliete come porvi, come vestirvi, come apparire, come farvi vedere e come farvi sentire.

Non esiste il mito del genio pazzo che se ne frega di tutto ma ha tutte le porte aperte solo perché è un genio.

Non basta.

Genio è anche genialità nell’essere, nel porsi e sì, diamine, nel scegliere l’outfit giusto e coerente, perché anche questa è abilità. Non ci credete?

Pensate forse che ad un colloquio di lavoro qualsiasi (per fare il barista o per aspirare a ruoli da manager) il porsi non conti poi così tanto, vero? Conta per oltre il 60% io stimo.

Pensate che ad un primo appuntamento con la ragazza dei vostri sogni…

non conti tanto come vi presentate ma quello che siete (ma allora che cosa siete se non ciò che fate apparire?), vero?

Tutto ciò vi definisce in un’unico e fulminante secondo, rende palese il vostro animo e il vostro futuro.

Scegliere una giacca o una polo non conta, vero?

Vagare con lo sguardo sul tavolo e sugli oggetti invece che fissare nelle pupille chi avete di fronte non conta, vero?

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Già. Invece il vostro “abito” definisce:

  • quanto siete capaci a prodigarvi per apparire bene ( = quanto saprete prodigarvi per una task da fare a lavoro o per una persona);
  • quanto siete capaci di essere coerenti nei modi ( = quanto sarete capaci di intrattenere buoni rapporti con i vostri colleghi, in modo coerente);
  • quanto siete capaci di abbinare bene i vestiti e i colori ( = quanto sarete capaci di fare scelte stilistiche nel vostro lavoro o nelle vostre attività);
  • quanto sapete ascoltare e posare le parole ( = quanto saprete comprendere le attività e quanto saprete ben spiegarle nuovamente);
  • il modo in cui vi sedete e state ad ascoltare ( = come saprete porvi davanti ad un cliente e come saprete ascoltarlo);
  • e diamine sì, quanto vi sarete curati ( = quanto amor proprio e passione sarete in grado di dare al vostro lavoro e alla vostra vita).

“L’abito non fa il monaco, fa voi stessi.”

E per restare in tema, Amen.

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1 Comment
  • Reply
    marco
    Ottobre 16, 2022 at 12:46 am

    puoi divergere dal problema quanto vuoi ma il problema non si sposta:
    avrai bisogno quindi di un buon “monaco” (magari con la camicia hawaiana e le ciabatte)
    per aiutarti a risolverlo e non di mere apparenze che sono
    frutto marcio del pensiero sbagliato di una società malata.

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