I marketer vanno in vacanza?
40 gradi centigradi.
Campi sterminati tutt’intorno a me.
Mi sveglio con il canto degli uccelli e una fresca brezza salentina.
Oggi è il 15 agosto e ti scrivo da un’antica masseria pugliese.
Sono in vacanza? Si.
Sono in ferie? Si.
Sto lavorando? SEMPRE!
Forse ti sembrerà una cosa fuori dal mondo, ma devi sapere che un marketer (un vero marketer) non smette mai di lavorare.
Ma che cosa significa “lavorare” per un marketer?
Partiamo dal presupposto che questo, come tanti altri lavori “di testa”, non è un lavoro che ha un inizio e una fine. Lo paragonerei più ad un flusso che può essere all’occorrenza modificato, ma mai fermato.
Che cosa significa lavorare, per un marketer?
Significa prima di tutto essere ATTIVI.
- Rispondere alle mail (subito, sempre)
- Rispondere ai messaggi
- Monitorare TUTTO e SEMPRE
- Essere connessi
- Continuare a formarsi
- Leggere (sul marketing, è ovvio – ma non solo. Un marketer senza cultura è inefficace come un dottore senza laurea)
- Scrivere. Proprio come questo post.
- Affrontare le crisi (post sui social, mail, emergenze)
- Supportare la marketing automation se presente
- Monitorare tutto il sistema marketing di cui sei responsabile
- Curare sempre i clienti
Si tratta di lavori “mentali”, di una consapevolezza mentale dei processi e delle pratiche che sono in atto proprio in questo momento. Anche quando sei sotto l’ombrellone con un mojito in mano.
Un marketer lavora sempre perché non dimentica mai quello che ha in piedi. Lavora sempre perché è consapevole del flusso che tiene in piedi, delle strategie messe in atto (e che lavorano sempre = marketing automation) e della situazione dei clienti che segue.
Andando oltre.
Lo sai che in Italia agosto è il periodo in cui la maggior parte delle aziende chiude? Letteralmente. E poi ci si lamenta che c’è la crisi.
Due considerazioni:
1
Non credi che sia proprio questo il periodo migliore per scavalcare la tua concorrenza? È il tuo momento d’oro proprio perché la tua concorrenza NON C’È! È sotto l’ombrellone. Non cura i clienti. Non pensa al business. Quindi anche un tuo minimo sforzo ha un potere grandissimo. Se lavori anche solo il 50% ad agosto (o durante le vacanze) avrai un ritorno dell'”investimento” molto più elevato nei mesi successivi. Mentre i tuoi competitor sono in spiaggia. Un po’ come la favola della formica e della cicala.
2
Andare in spiaggia non significa mollare tutto. Oggi qualsiasi persona ha uno smartphone e una connessione internet (non sottovalutare che da questa estate il roaming è esteso a tutta l’Europa, quindi internet oggi viene usato anche all’estero, ovunque e senza limiti). Credi davvero che in spiaggia, in uno chalet in montagna o in un’antica masseria salentina la gente non faccia ricerche online?
Paradossalmente le vacanze sono il periodo più fertile per le vendite perché la gente è più propensa ad acquistare quando in modalità “vacanza”. Pensa alle auto a noleggio, alle spiagge a pagamento, agli articoli da spiaggia, ai voli aerei, ai treni, ai servizi finanziari, alle app, ai ristoranti, ai musei… E se tutto questo fosse ancora più supportato dal marketing durante le vacanze?
Andare in ferie, andare in vacanza, non significa mollare tutto.
Significa rilassarsi ma mai mollare.
Perché chi molla perde tutto.
Opportunità, clienti, competitività, autorità, credibilità.
Un marketer non molla mai.
Ora però vado in spiaggia!